LA “MATEMATICA POESIA” DI MORANI
IL GIORNALE DI PAVIA
17 NOVEMBRE 1966

CRONACHE D’ARTE A CURA DI PINO ZANCHI

Spazio-tempo-visione, ecco i tre punti base della pittura di Volturno Morani, prestigioso pittore fiorentino, che si è presentato alla Galleria “Pater” di Milano in via Borgonuovo 10.

L’autore non ha, certo, improvvisato il genere: vi lavora da oltre una decina di anni e, da quanto abbiamo potuto constatare, con risultati particolarmente positivi. Pur operando nel preciso binario matematico, Morani sà dare alle sue creazioni quella luce e quel respiro, che possiamo ben definire spirituali: pianeti e galassie, mondi lontanissimi sono rievocati, in una tonalità bianco-azzurra dalle innumerevoli sfumature, come altrettanti “spunti” di visioni ove la poesia non manca mai. L’autore esprime, attraverso un linguaggio chiaro (anche quando è in chiave sottilmente simbolica), una propria concezione della bellezza e della poesia, filtrata attraverso le linee, sbarre ideali per non lasciar fuggire, nel vuoto cosmico, i moti dell’animo.

Ed ecco che i volumi si trasformano, davanti all’occhio dello spettatore, ora in stilizzata rondine, ora in gigantesco aereo del futuro, ora in idealizzati grattacieli, ora infine in galleria immensa, tagliata regolarmente da grandi pannelli, come da altrettante quinte che nascondono ognuna un raggio di sole...

Racconto ideale, questo di Morani, che - partendo dal concreto riesce a raggiungere, felicemente, la poesia. Ed a rimanervi in orbita.