IL DUEMILA NON É LONTANO

SGUARDI SUL MONDO
N° 70 - GENNAIO - FEBBRAIO 1967

A CURA DI PIERRE RESTANY

Dopo un cinquantennio d’astrazioni e di immersioni introspettive, era tempo che la immaginazione creatrice trovasse appoggi più tangibili. Individualmente e collettivamente, i nuovi realisti hanno garantito la reintegrazione; ci hanno offerto la possibilità di vedere il mondo moderno nella sua vera luce.

Ad una nuova civiltà, a un nuovo folklore corrisponde una sensibilità nuova, chiave del divenire delle forme d’arte. I suoi orientamenti fondamentali si precisano. Da tale punto di vista, l’attuale discredito di cui gode la pittura da cavalletto, riflette l’usura espressiva dell’immagine bidimensionale classica. Il quadro, supporto piano dell’immagine dipinta, è superato in quanto tale. Non adempie più alla sua funzione, che è quella di bloccare lo sguardo dello spettatore. Il nostro occhio è sottomesso troppo a sollecitazioni visive, nella vita corrente, per non denunciare la più grande stanchezza di fronte ad un’immagine pittorica tradizionale.

Ci troviamo di fronte ad una delle caratteristiche dell’arte sperimentale di oggi: abbiamo da fare con proposte di spazio piuttosto che con proposte di immagini. Ecco perchè l’intuizione di Volturno Morani appare profetica. Dal colore puro di un quadro monocromo emana una quantità di energia in diffusione spaziale, che “impregna” lo spettatore. Tale impregnazione, è il rapporto fra lo spazio fisico e lo spazio psichico di un’opera d’arte: per ottenerlo Morani non ha esitato ad annettere il vuoto cosmico. Abbandonata la pittura da cavalletto, ha portato la sua opera ad una dimensione spaziale; è sfociato nella logica del suo modo di procedere rispettivo alla definizione di un percorso orientato, adatto a stimolare la percezione psicosensoriale del fruitore, che diventa così spettatore-attore. La proposta di spazio realizzata in tal modo, è una struttura complessa rispondente alla applicazione di una formula matematica.

Finalmente, tali nuove opere d’arte, ci aiuteranno a comunicare con gli altri, a trovare il nostro proprio equilibrio, a ricavare la nostra sensibilità, in breve, a vivere. La curva evolutiva del pensiero apparirà allora nella logica piena della sua progressione. Dal folklore urbano all’intuizione cosmica dello spazio, un linguaggio nuovo della comunicazione fra gli uomini si sarà imposto, così, a tutti i livelli della coscienza, ad ogni aspetto del reale. Dal rituale feticista dell’oggetto, alla ricerca operativa programmata, la fantasia creatrice avrà percorso tutte le strade del realismo contemporaneo.