LO SPAZIO CURVO
DI VOLTURNO MORANI

R O M A
7 luglio 1967

A CURA DI GARIBALDO MARUSSI

Con acuta sensibilità, l’artista ha voluto dare una lezione di onestà e di qualità ai tanto cosiddetti “geometrici”, impostando il concetto Spazio-Tempo, con oggettività, assumendo una individualistica posizione che lo pone nella scala dei ricercatori europei.

Tematica difficile e d’avanguardia, seppure già affrontata da altri pittori - con diversi linguaggi - trova nelle opere di Morani credito incondizionato. Queste sue ricerche (che conduce da oltre un decennio), sono costrette entro un rigore costruttivo che, pur sconvolgendo l’abitudine visiva, pongono lo spettatore nella condizione di percepirne l’enunciazione.

Il Maestro, con accenti di una raffinata e personalissima vena fantastica, ha trovato l’espressione alla sua pittura in ideogrammi dal contenuto allusivo, la cui luce, il colore - in finissime palpitazioni - materializzano l’astratto fornendo al simbolismo il valore di Tempo-Spazio filtrato con modulazioni vibranti che fanno, di queste visualità strutturate, opere di alto livello, interpretazioni liriche del purismo geometrico. Assistiamo, così, anche allo sviluppo di un neo-costruttivismo di sintesi; alla riunione delle sue due branche, ottica e cinetica.

Ecco che il tempo così prestabilito e definito, si inserisce nello spazio totale in tratti rettilinei e chiusi; si identifica lo spazio in un alternarsi di linee curve che, talvolta, si sovrappongono determinando il principio del “non finito” che si fenomenizza connettendosi col tempo. Morani - al di là degli studi dell’architetto Saltini su velocità-spazio - in altra forma ci offre anche una dinamica spaziale ben raggiunta dal colore, dalla luce come simbolo di movimento.

Qui non si eccede in nessun senso, l’equilibrio è raggiunto in maniera chiara e perfetta: il concetto si identifica nella iterazione dei diagrammi ed attraverso personali soluzioni simboliche.

Attuale la problematica di Morani, si inserisce nel tempo nuovo con la sua formula valida proponendoci - senza eccessive elaborazioni astratte - sul piano pittorico i valori del pensiero che presiedono la ricerca, ritmando lo spazio in armonia quasi musicale. Ci sembra positiva questa necessità di liberare alcune forme dell’arte contemporanea, nel particolare studio Spazio-Tempo, con un mezzo a livello di creazioni “spaziali”, che non è un processo ai precedenti storici sul tema, ma segno di una espressione che tende a chiarire - con un suo personale linguaggio - valori concettuali su una ricerca che ha lo scopo di inserire nell’arte pittorica, la possibilità di nuove manifestazioni che raggruppino tutti i requisiti della grande opera d’arte, togliendo alla grafica la particolare autonomia riconosciutale e, alla pittura, la sua esclusività.

Come già accennato, non bisogna dimenticare la trasformazione dell’artista che, dal puro figuratismo accademico, al neo-figurativo, passa fra sperimentazioni sempre più concettuali agli ultimi orientamenti - in un progredire di indagini - offrendo il proprio contributo alla storia dell’arte, che non si cancella, testimonianza valida del suo impulso creativo.