Personale nella Sala delle Colonne a Nonantola
GEOMETRIE DI MORANI
Esposte una cinquantina di tele del noto pittore

GAZZETTA DI MODENA
8 gennaio1993

A CURA DI MICHELE FUOCO

Esiste un linguaggio concreto che va oltre le forme reali, quelle del figurativo. Lo hanno intuito e promulgato, qualche decennio fa, alcuni movimenti dell’arte di area astratta, sostenendo, fra l’altro, che non vi fosse nulla di più concreto delle forme della geometria. E, forse, da queste premesse nasce il Neo-Costruttivismo Spaziale di cui Volturno Morani, impegnato in una mostra nella Sala delle Colonne, in cui espone oltre 50 dipinti, viene considerato caposcuola.

Opere in cui il pensiero si fa spesso forma geometrica, struttura architettonica, racconto da inventare e motivare di continuo e nel quale consegnare le premurose giustificazioni del suo animo, rivolto ad indagare sull’inizio e la fine dell’universo, sulla genesi delle cose, su problemi che toccano la sfera dei grandi problemi dei grandi eventi del nostro tempo (ipotesi di buco nero, effetto dell’antispazio, penetrazione nell’antimateria, energia cosmica, viaggio nello spazio, gravitazione spaziale...), non esclusi quelli a tema religioso, con un costante richiamo alla Luce e alla sua “fonte meravigliosa” (Dio), alle leggi dettate dalle tavole di Mosè.

Una varietà di motivi dettati anche dagli studi che l’Artista di Figline Valdarno (Firenze), che vive da anni a Nonantola, ha condotto non solo nel campo specifico della pittura (diploma in pittura e scultura all’Accademia di Belle Arti e laurea in architettura), ma anche in quello della teologia, con un profondo sentire e con alto rigore intellettuale.

La costruzione del quadro avviene spesso con criteri matematici, programmati, ma con una tensione anche verso il fantastico, l’ignoto.

La perfezione della struttura compositiva è garantita dal rispetto delle forme architettoniche di plurisignificanza, dalla capacità di penetrare, in modo quasi scientifico nella essenzialità di un pensiero che va oltre le cose, nella cristallina ebbrezza di luce che offre uno spazio smisurato per una reinvenzione totale dell’opera.

Qui l’infinito viene ricondotto nel limite di calibrate costruzioni, nella gradazione di due essenziali colori, quasi sempre l’azzurro e il rosso (il rosso ad identificazione dell’altra dimensione). Questa pittura sorta negli anni Cinquanta, come reazione all’informale senza regole, acquista una coerente continuità operativa anche nelle ultime opere.

La mostra, patrocinata dal Comune di Nonantola e sponsorizzata dal Banco S.Geminiano e S.Prospero, resterà aperta fino a domenica.