"L'arte è religiosa,
perchè conduce l'uomo ad avere coscienza di quella inquietitudine
al fondo del suo essere, che scienza e tecnica non possono soddisfare"
Karol Wojtyla da "Parole sull'uomo".
PREGHIERA RECITATA IN SETTE OPERE
C'è Qualcosa o Qualcuno che accomuna in una sola forza trascendente
la scienza e l'arte, questi due strumenti supremi della conoscenza
umana?
Per il cristiano, non c'è dubbio, Qualcuno c'è, ed
è lo Spirito di Dio, che sta in ogni uomo.
Nel capitolo ottavo della lettera ai Romani, là
dove Paolo delinea la vita dell’intera Creazione, dell’uomo
e del cristiano, tutti in attesa della liberazione e della salvezza,
Il protagonista è lo Spirito di Dio. Paolo interpreta come
“gemito” l’intero slancio della creazione verso
la Verità e la Vita (Rm8, 22-23), e in maniera incredibilmente
ardita mostra lo Spirito stesso di Dio che opera al posto nostro
“con gemiti inesprimibili” (Rm8,26). E, d’altra
parte, chi conosce le “profondità di Dio” se
non lo Spirito di Dio? (cf.1 Cor 2,10)
Galileo e Michelangelo, Einstein e Picasso sono
i portavoce dell’unico “gemito” dell’umanità
in ricerca e in cammino, e lo spirito agisce in loro. Teilhard de
Chardin avrebbe detto che così si celebra l’unico mistero
del mondo, così va rivelandosi progressivamente il punto
“omega”: nello Spirito, attrverso il Cristo al Padre.
Contemplando attentamente le realizzazioni artistiche
di Volturno Morani, e in particolare quelle da lui dedicate alle
“Sette opere del Padre nostro“, è quasi
istintivo intuirvi la compresenza della riflessione scientifica
e dell’immaginazione artistica. Come chiamare questa forma
di conoscenza che offre al visitatore stupito la percezione fulminante
dell’”universale concreto”? I critici lo chiamano
“costruttivismo”.
Noi diremmo che, oltre la scienza e l’arte
stesse, è la rappresentazione (nella maniera possibile
all’uomo) dello Spirito stesso. Insomma, è rappresentazione
“mistica”, che ogni mistico forse realizzerebbe , se
fosse anche artista come Morani.
Nei quadri riguardanti il “Padre nostro”, Morani sommuove
e slancia verso una specie di
Infinito che sta oltre il quadro stesso le grandi linee di forza
della creazione, sempre le medesime e sempre diverse. Ma al centro
di tutti e di tutto sta un Volto, verosimilmente il volto del punto
“omega”, il Volto di Cristo, tutto in tutti. Quel Volto
sta dovunque: sopra e sotto, a destra e a sinistra (in un quadro,
dietro a Lui, c’è anche il volto della Madre), è
Dio Padre, Dio Figlio , Dio Spirito, ed è tutti gli uomini,
ogni uomo.
Verrebbe voglia di concludere che quel Volto è anche l’autoritratto
sublimato dell’autore
Stesso, di Volturno Morani.
Siamo convinti che, se il nostro pittore voleva far combaciare “neocostruttivismo”
e mistica dell’arte e della scienza, c’è veramente
riuscito.
Don Franco Pierini
|